Senza costrizioni ma premiando l’istinto naturale: un corso in sei incontri istruisce proprietari e animali
Lezioni a domicilio per valorizzare i talenti di Fido.
FERRERA di Varese – Addestrare i padroni perché educhino i loro cani. O, se volete, addestrare i cani attraverso l’educazione del loro padrone.
Versioni speculari dì una realtà innovativa, molto diffusa all’estero e quasi scono¬sciuta in Italia. Da alcuni mesi ci prova Andrea Morabito, giovane autista con la passione e le competenze di chi ama gli amici a quattro zampe.
«L’idea è di insegnare al cane ad imparare ed a valorizzare delle sue capacità solo ciò che ci interessa davvero.
Senza usare costrizioni, ma facendo leva solo sulle sue doti naturali. Con questo sistema sarà esso stesso a suggerire al padrone cosa gli piace di più fare».
La “scuola” ha sede in via Bertolino 35, poco fuori il centro di Ferrera, dove il signor Morabito tiene
il suo allevamento amatoriale di labrador, beagle, jack russel.
«Razze intelligenti, in special modo il labrador, molto versato come carattere, socievole, facile da addomesticare».
E i loro padroni? «Anche loro ben disposti ad imparare le nuove tecniche, perché capiscono che ottengono di più con minore fatica». Le lezioni avvengono direttamente a casa loro e anche questo aspetto fa parte delle novità: «La casa dove il cane vive, ovvero il contesto ambientale è molto importante per raggiungere prima e meglio gli obiettivi che ci prefiggiamo».
I corsi hanno la durata di 6 lezioni che possono variare da una a due ore ciascuna, a seconda dell’ intesa che si raggiunge dì volta in volta fra uomo e animale; la prima volta l’addestratore parla esclusivamente della psicologia del cane, perché è da lì che si imposta l’intero progetto: il padrone conosce caratteri, atteggiamenti, desideri del suo nuovo amico ed inizia ad imparare come comportarsi.
Poi si passa alle pratiche addestrative vere e proprie, «che mirano, ovviamente, a raggiungere gli scopi consueti come accucciarsi, alzarsi in piedi eccetera, ma che evitano di farlo con i metodi tradizioni, tipo la costrizione mediante guinzaglio, perché non assecondano gli stimoli positivi dell’animale. Meglio, invece, assecondare certi suoi istinti, per esempio approfittare del momento in cui si accuccia da solo per premiarlo con un boccone di cibo o qualcosa che gli faccia piacere».
In pratica, si tratta più o meno della medesima tecnica che viene utilizzata negli spet¬tacoli circensi per addestrare pappagallini oppure negli acquari per i delfini, con risultati che grosso modo tutti conosciamo. Con i cani, bestie di particolare intelligenza e sensibilità, gli obiettivi raggiunti sembrano essere anche superiori. Padroni permettendo.
Riccardo Prando dal giornale “LA PREALPINA” del 16 settembre 2009
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